Promuoviamo la pace: sottoscriviamo la lettera per Papa Leone XIV e uniamo le voci per una “pace disarmata e disarmante”
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Promuoviamo la pace: sottoscriviamo la lettera per Papa Leone XIV e uniamo le voci per una “pace disarmata e disarmante”

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Antonella Galetta
Pubblicata il 19/08/25

Noi Costruttori di Pace, insieme a Communia, presentiamo la Lettera aperta a Papa Leone XIV per promuovere una “pace disarmata e disarmante” e la costruzione di ponti di dialogo. Invitiamo a diffonderla e sottoscriverla per trasformare la speranza in azione collettiva e responsabilità condivisa.

Gentili,

Noi del Gruppo Costruttori di Pace e di Communia sottoponiamo alla vostra attenzione un’iniziativa che riteniamo di grande rilevanza pubblica: la Lettera aperta a Sua Santità Papa Leone XIV per promuovere la Pace nel mondo (il testo completo è in fondo)

Con questa lettera, sottoscritta da cittadine e cittadini, associazioni e realtà della società civile, intendiamo raccogliere e rilanciare le parole pronunciate dal Santo Padre nei primi giorni del suo pontificato. Il suo appello a una “pace disarmata e disarmante” e alla costruzione di “ponti di dialogo” ci interpella tutti, credenti e non credenti, come responsabilità collettiva.

Viviamo un tempo ferito dalle guerre, dalle disuguaglianze e dalle crisi ambientali e sociali. Riteniamo sia dovere comune dare voce a un impegno di pace concreto e quotidiano, che tenga insieme dignità, giustizia, accoglienza e cura della Terra.

Per questo vi chiediamo di dare spazio alla pubblicazione della notizia della lettera, affinché possa raggiungere il maggior numero possibile di persone. Invitiamo lettrici e lettori a sottoscriverla e a condividerla, diventando parte di una rete che vuole tradurre la speranza in azione e la fraternità in scelta politica e sociale.

I Costruttori di Pace, nati nel 2022 su impulso del compianto Luigi De Giacomo, portano avanti l’idea della pace come bene comune, da coltivare a partire dai territori e dalle relazioni quotidiane. È in questa prospettiva che vi chiediamo di aiutarci a diffondere il nostro appello: non per un gesto simbolico, ma per generare insieme una responsabilità diffusa e condivisa.

IL TESTO DELLA LETTERA

Santità,

con profonda riconoscenza desideriamo rivolgerci a Lei, come cittadine e cittadini, realtà della società civile, associazioni e persone impegnate nella promozione della pace, per accogliere e rilanciare il Suo messaggio pronunciato nei primi giorni del Suo pontificato, così ricco di speranza, memoria e continuità.

Viviamo un tempo segnato da guerre dichiarate e non dichiarate, da nuove tensioni e vecchie ingiustizie. Assistiamo con sgomento a stragi che colpiscono civili inermi, bambini e famiglie indifese, in contesti vicini e lontani, mentre l’ambiente viene ferito e il futuro delle giovani generazioni compromesso dall’indifferenza e dall’incapacità di fermare la violenza.

In questo contesto complesso e fragile, crediamo sia necessario affermare con forza che tutto è interconnesso. Le guerre, le disuguaglianze, i cambiamenti climatici, le migrazioni, la povertà e il degrado ambientale non sono crisi separate, ma manifestazioni di un’unica condizione di squilibrio, che prima ancora di essere ecologica è etica, sociale e relazionale. La fraternità, intesa come riconoscimento profondo dell’altro come parte della nostra stessa umanità, rappresenta in questo senso una risorsa vitale e antifragile. È una forza che, proprio nei momenti di crisi, sa rigenerarsi e contrastare i veleni della divisione e della paura.

E proprio in questo scenario, le Sue parole ci hanno colpiti con forza e verità:

“Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante,
umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti
incondizionatamente.”

“Aiutateci anche voi, poi gli uni gli altri a costruire ponti,
con il dialogo, con l’incontro,
unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace.”

“Tutti, tutti coloro che hanno bisogno
della nostra carità, della nostra presenza, del dialogo e dell’amore.”

Queste parole rappresentano per noi un invito a non restare fermi. Un invito all’impegno, alla responsabilità e al coraggio di costruire ogni giorno relazioni basate sulla solidarietà, sulla giustizia e sul rispetto reciproco. La pace, per essere reale, non può essere solo invocata, deve diventare scelta quotidiana, concreta, condivisa. Una pace “disarmata e disarmante”, capace di smontare i linguaggi dell’odio, di ridurre le distanze, di generare fiducia attraverso l’umiltà e la perseveranza. In questa prospettiva, ogni cittadino e ogni comunità è chiamato a essere soggetto attivo e responsabile, costruttore di coesione e giustizia.

Ci riconosciamo nel Suo appello a “costruire ponti” tra popoli, culture, esperienze e condizioni di vita. Ponti fatti di ascolto, cooperazione e presenza. E nel richiamo a essere un solo popolo in pace, troviamo una responsabilità collettiva, quella di colmare le disuguaglianze e garantire a tutte e tutti i diritti fondamentali come base per una convivenza giusta e duratura.

Il Suo riferimento a “tutti coloro che hanno bisogno” ci richiama al dovere di non escludere nessuno, di riconoscere la dignità sociale e umana come fondamento dell’azione pubblica.
È compito nostro costruire una società accogliente, che ascolta, protegge, non giudica, e non lascia indietro nessuno. Una società che promuove la pace è anche una società che cammina, capace di interrogarsi, di cambiare rotta quando serve, di aprirsi al dialogo con chi soffre e con chi vive ai margini. È da lì, dai luoghi della fragilità e della fatica, che si rigenera la fiducia e si costruisce il futuro.

Condividiamo con convinzione la strada da Lei indicata nel recente discorso al Collegio Cardinalizio: una strada che raccoglie l’eredità profonda di Papa Francesco e si innesta nel solco aperto dal Concilio Vaticano II. Sua Santità ha detto: “Raccogliamo questa preziosa eredità e riprendiamo il cammino.” Ci sentiamo particolarmente toccati dal Suo invito alla “cura amorevole degli ultimi, e degli scartati” e al “dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà”.

In questa eredità ritroviamo un richiamo forte alla conversione ecologica come cammino di pace. Papa Francesco, nella Laudato si’, afferma: “Non ci saranno nuove relazioni con la natura senza un essere umano nuovo. Non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia” e ci ricorda che “tutto è connesso”. La cura del creato e la giustizia sociale non sono percorsi separati; entrambi rimandano a “un’unica e complessa crisi socio-ambientale” da affrontare con “una vera conversione interiore”.

Riconosciamo questo stesso orientamento anche nel pensiero del Cardinale Matteo Zuppi, che molti di noi sentono vicino per sensibilità e concretezza. Ha scritto che “la pace non si improvvisa: si costruisce ogni giorno, scegliendo la solidarietà e non l’indifferenza”, e che “solo la fraternità ci libera dal suo veleno così inquinante e pericoloso”, riferendosi all’odio, alla sfiducia, alla paura dell’altro. E ancora: “Siamo tutti collegati, ma i rapporti si smaterializzano, diventano sempre più sfilacciati, impalpabili, e ci sfuggono”. Per questo ci ricorda che “occorre la terra, per diventare fratelli tutti”.

Con questa lettera aperta, intendiamo unire le nostre voci e rinnovare l’impegno a favore della pace come progetto collettivo e orizzonte concreto. Una pace che non è solo assenza di conflitto, ma presenza attiva di giustizia sociale, dignità, inclusione, accesso ai diritti e libertà per tutte e tutti.

Desideriamo farLe giungere questo messaggio firmato da chi si è sentito e da chi si sentirà parte di questa visione, di questo cammino, di questa responsabilità. Insieme, chiediamo che la Sua voce continui a incoraggiare governi e società a percorrere strade di disarmo, dialogo, riconciliazione e corresponsabilità. E ci rendiamo disponibili a sostenere, con azioni concrete e quotidiane, percorsi di pace a partire dalle comunità, dai territori, dalle scuole, dalle famiglie, dalle istituzioni.

Siamo costruttori di pace.

E vogliamo esserlo con Lei, per il bene di tutti. Con rispetto e profonda stima,

Costruttori di Pace è una associazione di fatto, costituita l’8 giugno 2022 dal compianto Luigi De Giacomo, attivista per i beni comuni e fondatore della Rete Permanente per i Beni Comuni “Communia”. Nasce come rete civica indipendente, una comunità laica in cui figurano molti cattolici, composta da persone, associazioni e amministratori locali che condividono l’impegno a contrastare ogni forma di guerra e violenza attraverso l’azione pubblica, la cultura del disarmo, il dialogo tra le comunità e il superamento delle disuguaglianze. Insieme promuovono un’idea di pace come bene comune, da costruire a partire dai territori e dalle relazioni quotidiane, nella cura della Terra e della giustizia sociale. 

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