Serve una riforma dei centri per l’impiego: diamo senso compiuto all’articolo 1 della Costituzione
Destinatari
Parlamento o governo italiano, ministero del Lavoro
Scala
Nazionale

Serve una riforma dei centri per l’impiego: diamo senso compiuto all’articolo 1 della Costituzione

Petizione lanciata da
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Leonardo Ambruosi
Pubblicata il 19/02/24

I centri per l'impiego oggi sono strumenti fondamentali per dare attuazione e senso compiuto all' Art. 1 della nostra Costituzione (non una legge fra tante, ma "La" Legge e non un articolo fra i tanti, ma l'articolo "1"). Il lavoro rende libero il popolo (e quindi dopo, in teoria, anche sovrano)

Nel mondo moderno, ormai fluido, troppo fluido in tutto, chi ha una stabilità nel lavoro sarebbe privilegiato, quando invece ha solo una normalità (o almeno così dovrebbe essere). Chi non ha tale stabilità ha una continua necessità di rincorrere in altre maniere una condizione di vita adeguata e dignitosa. Corsa che toglie tempo, risorse e che non sempre va a buon fine. I centri per l’impiego dovrebbero essere finalizzati a:
– instradare al meglio i giovani nella loro prima occupazione, orientandone o ottimizzandone i processi formativi o esperienziali;
– governare questa estrema fluidità del mondo del lavoro, riducendo al minimo il tempo di inoccupazione, e garantendo alle attività produttive i migliori profili professionali possibili e disponibili; – studiare e analizzare il mondo del lavoro in locale (e aggregare i dati per province, poi regioni, poi macro aree e nazionali) e pubblicare costantemente i dati e gli esiti dei profili professionali più necessari nel momento contingente e le stime a due, tre o quattro anni per dare modo di orientare il mondo della formazione scolastica e/o professionale.

Il perfetto e sincronizzato funzionamento dei centri per l’impiego diminuirebbe i tempi per la prima occupazione, orienterebbe la formazione mirata nei settori con più necessità, diminuirebbe la disoccupazione o la inoccupazione e aiuterebbe le aziende a ricevere maggiori lavoratori già formati e motivati, aumentandone la produttività.

Sul come fare basta vedere tanti esempi in Europa e non. Di massima si tratta di informatizzare e nazionalizzare le banche dati, inserire analisti e professionisti nel settore. Gerarchizzare i centri per l’impiego per comuni, province, regioni, interregionali e con un centro di supervisione e coordinamento nazionale. Standardizzare e schematizzare competenze, curriculum ecc, così da far dialogare e integrare agevolmente domanda offerta e trovare facilmente le compatibilità o le migliori compatibilità possibili o facilmente realizzabili. Sarebbe da investire molto nel settore, ma il ritorno economico sarebbe straordinariamente proficuo per l’incremento del PIL. Ma la cosa più importante sarebbe l’aspetto sociale, di benessere, di qualità della vita e di civiltà. Se il lavoro può diventare facile e quindi un vero diritto, la persona sarebbe libera dalla sudditanza a chi oggi promette un posto di lavoro evitandone l’elemosina. Dignità, libertà, fiducia, speranza, voglia di progredire, voglia di fare, gente felice e gratificata..

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